Il Consorzio Püstarèsc è nato nell'ottobre del 2000, si pone come obbiettivo la realizzazione di opere di miglioria nel comprensorio dei maggenghi di Campo zona “Pustareccio” (Frasnìi, Lôk, Faìi, Fracc’, Corna, Fopp, Püstarèsc, Paulìi, Muut dèla Cuurt). con sede in Campo Tartano (SO).
Il Consorzio non ha fini di lucro ed in generale si propone di:
La superficie complessiva del consorzio arriva a circa 3.000.000 mq (ben 300 ettari) ed è composta da 8 maggenghi di rilevanti dimensioni oltre all’alpeggio “Corte” che sovrasta l’intero comprensorio caratterizzato da una posizione felice e particolarmente panoramica.
L’intera zona del consorzio è inserita nel “Parco delle Orobie Valtellinesi” in base alla perimetrazione del piano territoriale di coordinamento. Questo indica chiaramente la rilevante valenza ambientale e paesaggistica dell’area interessata.
Il comprensorio del consorzio parte dalla quota minima di 950 m.l.m (invaso enel) e tocca la punta massima nella cima dell’alpe Corte a 1950 m.l.m. per un dislivello generale di 1.000 metri.
L’esposizione dei maggenghi ha orientamento verso est (da vàach come si dice in dialetto) pertanto la zona è molto umida essendo opposta al lato solivo.
I boschi sono costituiti da abeti di grandi dimensioni, larici, pini, betulle, faggi, frassini ed ontani oltre alla sporadica presenza di ciliegi nelle zone poste attorno alla quota dei 1.000 m.lm..
Una della caratteristiche peculiari della zona è la presenza di numerosi punti panoramici di grande bellezza, sopra tutti il pizzo della “Pruna” che domina l’imponente conoide del torrente Tartano e l’intera bassa Valtellina.
L’alpeggio “Corte” che sovrasta il comprensorio è costituito da un immenso terrazzo verde sporgente sulla Val Tartano che impressiona l’osservatore per la bellezza della flora e per gli incontri ravvicinati con una fauna abbondante e ”vivace” caratterizzata dalla presenza di caprioli, camosci, allocchi, galli forcelli, volpi, lepri, falchetti ed il passaggio non raro della maestosa aquila.
Degna di nota è la presenza al maggengo denominato “Corna” di una sorgente di acqua ferruginosa a cui i contadini storicamente attribuivano poteri digestivi e salutari.
Il logo del consorzio raffigura l’allocco (Lock in dialetto) che proprio per la sua presenza costante da il nome ad uno dei maggenghi del consorzio. Il verso caratteristico dell’allocco in primavera raggiunge addirittura il paese di Campo.
Lo spopolamento della Val Tartano negli anni ’60 ha avuto un effetto devastante per le realtà dei maggenghi che troviamo oggi in uno stato di abbandono e degrado preoccupante.
Proprio questo fatto ha stimolato i proprietari dei fondi e dei fabbricati a costituire un consorzio che ha come elemento trainante il recupero, il riutilizzo e la valorizzazione dell’intera zona.
L’area del monte Püstarèsc costituisce un polmone verde all’interno della Val Tartano di notevole importanza ambientale, paesaggistica, architettonica e storica.
I problemi storici della zona del consorzio sono la difficoltà dei collegamenti e l’approvvigionamento idrico insufficiente, si ricordano infatti alcuni casi di tifo tra i contadini che soggiornavano al maggengo “Frasnìi”.
Molto caratteristici ed interessanti sono infatti i “pozzi” che troviamo all’interno dei fabbricati o in altri punti a profondità rilevanti scavati nella roccia alla ricerca della preziosissima acqua.
Al maggengo i contadini passavano infatti gran parte della primavera, dell’estate e dell’autunno per un periodo totale notevole che permetteva quindi di falciare i prati e pulire i boschi in modo completo ed accurato.
Il maggengo costituiva infatti una tappa fondamentale nella “transumanza” contadina del paese di Campo con connotazioni così precise ed importanti che non trovano facilmente paragoni e confronti con altre realtà valtellinesi.
Il patrimonio architettonico del comprensorio è di notevole importanza grazie alla presenza di fabbricati risalenti al ‘600-700 ed alla presenza di baite tipiche in legno a tronchi incrociati (blockbau).
Ogni maggengo è praticamente una “sezione staccata” della contrada in paese e questo lo si desume dal confronto dei cognomi delle persone che abitavano la contrada ed il relativo maggengo.